La sinagoga degli zingari by Ben Pastor

La sinagoga degli zingari by Ben Pastor

autore:Ben Pastor [Pastor, Ben]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2021-10-20T22:00:00+00:00


Sabato 31 ottobre

Tornati da Kuporosnoye. Gliele abbiamo date, ma a che prezzo. La situazione a sud di qui è preoccupante. Nel nostro settore cadono obici giorno e notte, e se non fanno a pezzi i nervi degli uomini, dopo un po’ li stordiscono. A volte non si riesce nemmeno a pensare. In positivo, ho saputo qualche altra cosa sullo starshyj major che ho incontrato pochi giorni fa. È pratica comune nell’Armata Rossa maltrattare i nostri prigionieri per scoprire dettagli sui loro comandanti. Cercano di intimidirci, facendoci credere di sapere più di quanto non sappiano. Nel mio caso tuttavia, considerato l’incarico che ricoprivo all’ambasciata di Mosca (non ero lì solo a spillare fogli protocollo), è plausibile che abbiano più dati. L’NKVD sapeva chi fossero gli addetti militari all’ambasciata del Reich, come noi sapevamo dei loro a Berlino. Prima dell’operazione Barbarossa, la regola era quella della tolleranza reciproca. Ci limitavamo a intercettarci a vicenda, a infastidirci, e – nel caso degli ufficiali più giovani, come me che ero capitano – a farci pedinare da agenti in borghese ovunque andassimo. Gli sgherri in uniforme dell’NKVD, i cosiddetti Berretti blu, facevano lo stesso, ma con meno discrezione.

Ci ho messo qualche giorno, ma ho scoperto attraverso l’Amt Ausland Ost che il maggiore in questione si chiama Tzésar Andreyevič Stasov. Nella primavera del ’41 teneva d’occhio il personale d’ambasciata straniero a Mosca. Può avermi incrociato allora, oppure la sua agenzia si è informata su di me. Kern ipotizza che Stasov appartenga alla 10ª Divisione NKVD, da noi sconfitta a settembre. Non portava mostrine specifiche. Riguardo al suo tragitto per giungere al nostro settore, esistono due possibilità: o è spuntato dal 10% di Stalingrado ancora in mano loro, o è arrivato in barca dall’Isola Grande o della Fame, il che sarebbe più preoccupante. Il ramo del Volga che scorre lungo il lato ovest dell’isola misura poco più di quattrocento metri, che in teoria i nostri uomini dovrebbero tenere sotto tiro costante.

Il testo bilingue dell’accordo specificava che dopo lo scambio i prigionieri dovevano essere subito inviati alle rispettive divisioni. Ho dovuto rispedire Steinbacher alla 100ª, senza neanche potergli chiedere dove era stato trattenuto, o che strada aveva fatto per raggiungere il nostro settore. Mi sarebbe piaciuto prendere per il collo quella privilegiata testa di cazzo, e scuoterlo a dovere.

Voglio altre informazioni su Stasov. Il mio primo sospettato per la morte dei Tincu non era forse un politruk? Ho un paio di amici nell’ufficio giusto; vedremo cosa scoprono.

Intanto, più vicino a noi, Kern è a pezzi. Dopo quattro giorni di brutali contrattacchi a Kuporosnoye, gli arriva da casa una lettera in cui la fidanzata gli scrive che ha trovato un altro.

Di solito faccende così imbarazzanti si tengono per sé, o si raccontano solo all’amico più caro. Nel caso di Kern credevo si trattasse di Schertl, perché hanno frequentato lo stesso liceo. Invece è toccato a me ascoltare la sua storia. Voleva che lo aiutassi a capire chi potesse essere il tizio che l’ha rimpiazzato negli affetti della sua ragazza.



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